La 
        carovana di mercanti di notizie s'era messa lungo la strada polverosa 
        delle Spezie. 
        Lagos faceva parte della Compagnia, con il suo fardello di ricordi e i 
        tanti interrogativi che s'erano accumulati in quei lunghi mesi trascorsi 
        nelle lunghe ragnatele di strade e viuzze di Melz. 
        Con quel viatico, andava masticando pensieri e considerazioni. Ma evitava 
        tracciare bozze di programmi futuri. Era un cattivo progettista di eventi. 
        Viaggiava in groppa a quel presente che ironicamente si compiaceva di 
        osservarlo mentre diveniva sempre più brizzolato. Il vento delle 
        brughiere gli sferzava il volto segnato dalle bizzarrie della vita e in 
        modo quasi beffardo gli portava l'eco della voce di Lei. Un suono flebile, 
        è vero, ma inconfondibile, che a Lagos gli ricordava oltre alle 
        ben disegnate labbra di Lei, anche il colore dei capelli d'alga, i suoi 
        bronci di fanciulla intimidita, dalla presenza di lui. E poi ancora gli 
        sovvenivano i momenti trascorsi lungo la spiaggia di quel mare ellenico. 
        Così caro, così lontano, ora. La calda rena, dove Lei, bruna 
        nevide, soleva distendersi e farsi accarezzare dalla sabbia. La sabbia, 
        sì, quella sabbia così maliarda, così coinvolgente 
        che faceva annullare ogni pretesto che desse luogo a pensieri passati 
        o futuri. Importava in quelle ore baciate dalsole, soltanto il presente. 
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    Entità 
      invisibile senza prospettive, che ti consentiva di impregnarti del piacere 
      esclusivo dell'esistere, e basta. La carovana  
      s'arrestò. Era tempo di sostare. Lagos la vide, per un istante, in 
      quel grande scenario ch'era il cielo, dalle tinte stranamente 
      cangianti, scorse fra quell'intreccio di colori, il volto di Lei. Ma si 
      trattò d'un istante. 
      Poi i turchesi ed i cornini si confusero in una gamma omogenea di violetti, 
      che imprigionarono l'occhio in una visione quasi 
      astratta. Lagos fu ugualmente contento di quella istantanea, flash brevissimo, 
      che gli consentì la visione di Lei 
      Dopo fu il buio. Lagos sapeva che anche quel buio così vasto e misterioso 
      era una dimensione fascinosa, da scoprire. Un  
      universo diverso, che non lo intimidiva. Vi scivolò così sul 
      silenzio dell'ora, cercando di esplorare le intrigate pieghe. 
       
      Sandro Giusti |