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“Scanavino e Jaguer. Il segno poetico e la poetica del segno

è il titolo del libro di Giuseppe Di Natale presentato alla Triennale di Milano -

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 “…il ritrovamento di diverse lettere inedite fra l’artista ed il poeta, è un modo per riscoprire tali rapporti e rileggerli.”

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Il 19 marzo scorso, alla Triennale di Milano è stato presentato il libro: Scanavino e Jaguer. Il segno poetico e la poetica del segno (Carteggio 1954-1969). Relatori: Enrico Crispolti (Roma 1933), storico dell’arte e critico d’arte, e l’autore Giuseppe Di Natale che con il suo testo ha inteso creare un parallelo tra l’artista italiano Emilio Scanavino (nato a Genova nel 1922 e morto a Milano il 28 novembre 1986)  e il poeta francese Jaguer (nato nel 1924 e deceduto nel 2006).

Tra il folto pubblico alla Triennale, nel marzo scorso, Giorgina Scanavino, moglie dell'Artista Emilio Scanavino, i figli Sebastiano e Paola, e il nipote Giorgio.

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Emilio Scanavino nello studio di Calice (Savona) 1974
Foto Archivio Scanavino – Milano
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Il pittore Emilio Scanavino con la moglie Giorgina – Kunstalle – Dormstadt 1973 - Foto Archivio Scanavino – Milano

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Abbiamo avvicinato Giuseppe Di Natale, autore del libro “Scanavino e Jaguer”, per porgli alcune domande per il giornale "Comunicazione e Forme".

-          Dr. Di Natale, cosa l’ha spinto a scrivere questo volume sull’arte pittorica e l’arte poetica?

   Mi ha spinto il fatto di aver lavorato negli archivi del pittore Emilio Scanavino a Milano e del poeta Edouard Jaguer,  a Parigi; e d’averlo conosciuto di persona. Quindi, il fatto che volevo riportare alla luce il rapporto fra il pittore e il poeta; un rapporto importante che è stato, in qualche modo, un po’ dimenticato dalla critica nel corso degli anni… invece, ritengo, che sia un discorso meritevole di essere ripresentato, proprio perché da una parte inserisce Scanavino, negli anni ’50, in un contesto internazionale legato ad un circuito d’artisti, pittori e poeti. Ed anche, perché il ritrovamento di diverse lettere inedite fra l’artista ed il poeta, è un modo per riscoprire tali rapporti e rileggerli.

  -   Lo scambio epistolare da lei rinvenuto, determina anche un rapporto d’amicizia fra i due artisti?

  Sì, certamente. Un rapporto d’amicizia che inizia sulla costa ligure ad Albisola Marina, nell’estate 1954, nell’ambito degli incontri internazionali della Ceramica e che, poi, in qualche modo, cresce e si trasforma in una collaborazione vera e propria che durerà fino alla fine degli anni ’60. L’intenso sperimentalismo e le evoluzioni incentrate su un grafismo intricato e complesso che il pittore Scanavino indaga in questi anni, lo pongono alla stregua delle ricerche più avanzate del panorama artistico europeo e la sua poetica risalta per originalità e singolarità. Dall’autunno dello stesso anno inizia tra i due uno scambio epistolare che durerà fino al 1969. Tale carteggio, finora inedito, costituisce un importante contributo alla ricostruzione sia della vicenda artistica di un giovane Emilio Scanavino alla ricerca di stimoli nella cultura artistica d’oltralpe e di un riscontro della propria pittura all’estero, sia della personalità di Edouard Jaguer, poeta, critico d’arte e attento osservatore dell’avanguardia europea, impegnato nell’elaborazione di un progetto d’evoluzione oltre l’esperienza “informale” – di cui è stato un precoce propulsore – dall’ambizione “internazionalista” quale il movimento Phases fin dal gennaio 1954.”

 –        Dr. Di Natale, cosa si aspetta da questa pubblicazione?

 Auspico che sia utilizzata come strumento, dato che la collana nella quale il libro è pubblicato è Materiale di ricerca, quindi, materiali di ricerca che sono stati per me tali; ma ora che sono pubblicati, possono diventare fonte per altri studiosi. Questo volume contiene una doppia ricerca giacché ho recuperato materiale epistolare (una settantina di lettere) direttamente negli archivi Scanavino di Milano, e Jaguer a Parigi. E’ un materiale che racchiude una certa utilità anche per loro, poiché attraverso lo scambio epistolare, i due protagonisti non solo si raccontano il loro modo di “vedere” l’arte, ma si riscontrano anche programmazioni sulle mostre e le discussioni in comune, pur essendo a moltissimi chilometri di distanza”

 -          Quindi ha trovato anche emozioni, rivelate da questi due importanti artisti?

  Sicuramente. Emozioni e anche riflessioni sul rispettivo fare artistico. C’è, ad esempio, Scanavino che riflette sulla sua prima mostra di Milano (Galleria del Naviglio – di  Cardazzo), sul fatto che non era stata subito accettata dal pubblico forse perché, in quegli anni, era ancora difficile comprendere il percorso del pittore. Quindi, nell’epistolario si evincono anche preoccupazioni di questo tipo.

-          Lei ha affermato di aver scoperto varie cose tramite la ricerca effettuata nei vari archivi; come è arrivato a questi segreti?

 “ Sono pervenuto prima all’archivio Jaguer di Parigi tramite Enrico Crispolti che mi ha presentato al poeta, con il quale Crispolti aveva lavorato fine anni ’50 inizio anni ’60. E, quindi, una volta entrato nella casa di Jaguer ho potuto direttamente discutere con lui di quest’amicizia e collaborazione con Scanavino. Successivamente, ho avuto la fortuna di incontrare Giorgina Graglia Scanavino, moglie del pittore, la quale cura l’archivio omonimo con passione ed amore rari a trovarsi. E da quest’incontro è nata l’idea per questa pubblicazione.

 -          Dove si può reperire: Scanavino e Jaguer – il segno poetico e la poetica del segno. Carteggio1954-1969?

   In tutte le librerie italiane e a Parigi Libreria Pompidou, in Italiano. Questo grazie alla Silvana Editoriale, che ha un circuito francese.

 -          Allora, potremmo dedurre che questo libro ha un respiro internazionale…

 Sicuramente. Anche perché le lettere pubblicate sono in lingua francese. Ho voluto mantenere l’originalità degli scritti, poiché i due spesso corrispondevano in Francese. .

-          Certamente Di Natale ama l’arte; allora, possiamo chiedere cosa ne pensa dell’arte di Scanavino?

 E’ difficilmente etichettabile. L’arte del pittore e scultore Emilio Scanavino può essere informale, ma anche surrealista per certi versi. Ma soprattutto, è l’espressione molto personale di un artista. Quindi, a mio parere, non etichettabile.”

 -          E il poeta Jaguer?

  Edouard Jaguer (movimento Phases) è sicuramente un poeta d’ascendenza surrealista. Scanavino è un artista a 360°, che spazia…”

-          Indi, il segno poetico e la poetica del segno…vale a dire: la pittura e la poetica della pittura…

 Ma anche il segno della poesia, una poesia è un’espressione, una trasfigurazione della realtà, così amava descriverla Jaguer. Ne consegue che anche un quadro di Scanavino diviene un modo per trasfigurare la realtà. Il volume propone, inoltre, per la prima volta dopo la redazione dei cataloghi generali dell’artista dedicati a pittura e scultura, l’identificazione di alcune opere del pittore genovese destinate alle mostre Phases.”

 Note - Giuseppe Di Natale (BA - 1974) si è laureato all’Università degli Studi di Firenze con una tesi sulla Ricezione critica di Henri Matisse in Italia, 1910-1954. Ha frequentato seminari di museologia all’Ecole du Louvre ed è stato borsista nel 2005 dell’Accademia Nazionale di San Luca in Roma. Nel 2006 ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena e dal 2007 è dottorando di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Firenze, dove porta avanti una ricerca su E. Jaguer, ”Phases in Italia”. Ha partecipato a simposi e giornate di studio in Italia e all’estero, e ha lavorato al catalogo generale della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Gianpiero Dèlmati

Aprile 2010


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di Gianpiero Dèlmati

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