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LETTERA APERTA – MILANO, 3.03.1998 – di Giuseppe Romeo
Direttore Resp.le del periodico mensile “L’INFORMAZIONE”

 

    

Lettera aperta pubblicata sul periodico mensile "L'INFORMAZIONE"
- marzo 1998
 

 

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                                                                              All’On..le Sig. Ministro delle Finanze Prof.Vincenzo Visco



Caro Ministro,

Non si può negare che anche Ella, non meno dei suoi predecessori, sia fortemente condizionato nell’uso della leva tributaria, dalla necessità di fare fronte alla sovrabbondante spesa pubblica.

Premuto da tale esigenza, pur tenendo sott’occhio, non ne dubito, anche quella pressante dei cittadini di liberarsi una buona volta per tutte dalle traversie in cui si imbattano quando hanno da fare con la Pubblica Amministrazione, compresi gli Uffici Finanziari, e di liberarsi dall’eccessivo
carico tributario , è costretto, suo malgrado, a introdurre altri marchingegni di tenuta e miglioramento del gettito tributario come quello riguardante la tassa di circolazione e di riduzione della spesa pubblica come il “riccometro”, dal quale Ella sembra che si stia tenendo alla larga; l’uno che complica le cose e l’altro invece che va a complicarle e che entrambi, alla fine, concorrono a fare sentire il cittadino ugualmente torchiato a dismisura.

Tali provvedimenti, ancorati come sono alla necessità di allineare il gettito tributario effettivo a quello preventivato in materia di tassa di circolazione e di ridurre la spesa pubblica soprattutto in campo sanitario, fanno sentire, infatti, il cittadino ostaggio delle Istituzioni senza alcun beneficio, visto che con l’aria che tira oramai da diversi lustri, è esposto ad ogni rischio in ordine alla sua sicurezza, libertà e dignità personale che lo stato non è in grado di assicurargli con la necessaria precisione, puntualità ed imparzialità.

In questo stato di cose i due provvedimenti appaiano due vere e proprie furbate di marchio italico; uno gia infiltrato e l’altro ancora da infiltrare nel nostro ordinamento giuridico / democratico; il primo perché, sotto la facciata della unificazione e semplificazione riesce a recuperare la vistosa evasione che si verifica nel settore, ma che di fatto costituisce un “bello e buono” esproprio di proprietà in contrasto evidente con la norma contenuta nell’art.42 della nostra Costituzione, visto che la nuova imposizione si abbatte inesorabilmente su tutti i mezzi di trasporto in proprietà senza tenere alcun conto del deprezzamento del 30% circa che si verifica il giorno dopo l’immatricolazione e del suo costante aumento negli anni successivi; il secondo, perché, con la apparente finalità di ridurre soprattutto la spesa sanitaria, scartando ogni ipotesi di intenzione punitiva nei confronti di chi gode di un certo benessere, piuttosto che semplificare l’andamento burocratico va a complicarlo introducendo elementi di discriminazione sociale in contrasto con il principio dell’uguaglianza consacrato nell’art.3 della nostra Costituzione.

Oso, pertanto, proporLe rispettosamente la riconsiderazione, per la parte che Le compete ovviamente, di entrambi i provvedimenti per trasferire, per quanto riguarda la tassa di circolazione, l’onere tributario sulla patente ( come avviene per le licenze di caccia ) in misura uguale per tutti e con le stesse modalità di pagamento, fatti salvi i diritti delle categorie protette, trattandosi di una tassa e non di una imposta, a meno che non s’ intenda uscire allo scoperto e istituire una autentica imposta patrimoniale su tutti i mezzi di trasporto e magari anche sulle armi, sugli elettrodomestici o altri beni in proprietà dentro le pareti domestiche; per quanto riguarda il “ riccometro “, oso proporLe di riporre la patata bollente soprattutto nelle mani del Ministro della Sanità al quale spetta il compito di assicurare gratuitamente a tutti, senza lacuna distinzione sociale, soltanto medicine e servizi ritenuti essenziali, lasciando a carico dell’utente tutto il reso che c’è nel canestro esorbitante
delle industre farmaceutiche/ospedaliere, e di promuovere una incisiva azione di bonifica per eliminare gli ingenti sprechi di risorse che si verificano all’interno delle strutture sanitarie senza alcun beneficio per gli ammalati.

Vero è che c’è l’obbligo costituzionale per tutti di concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva che non significa in ragione del proprio tenero di vita se non si vogliano comprimere gli spazzi di libera manifestazione del cittadino, ma è pure vero che ciò non può essere imposto a tutti i costi, come quelli salati, per finanziare sprechi di ogni genere destinati a perpetuarsi sino a quando non verrà definitivamente imbrigliata la longa manus degli irriducibili centri di spesa e dei compari che ci girano attorno e sino a quando saranno mantenuti in piedi apparati burocratici non funzionali al perseguimento dell’interesse generale del Paese, ma a quello degli addetti ai lavori e compagni di cordata.

La ringrazio per l’attenzione e La saluto col dovuto e sentito rispetto e con l’augurio che Ella riesca, nonostante le non poche incrostazioni difficili da rimuovere anche nel Suo Ministero, ad affrancare
il cittadino dalla insidia della pressione fiscale vessatoria, con l’adozione di provvedimenti che possano entrare autorevolmente dalla parta del nostro ordinamento giuridico/costituzionale e non furbescamente dalla finestra.