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          Dicembre 2004

  L'opinione Opinabile

Un Natale Da non Dimenticare

           di Gianpiero Dèlmati

 

Articoli e Servizi Particolari

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L’opinione Opinabile

Un Natale da non dimenticare

 

 Catastrofi, orrore, paura, morti, dispersi, pianti di dolore, lacrime di sangue… poveri che diventano, per cause a loro estranee, ancora più poveri; ricchi che pagano… come i poveri, in vite umane. Altri che, dopo probabili sacrifici tesi al risparmio, hanno visto e subita l’apocalisse, che li ha spogliati di tutto ciò che possedevano e, ancòra, devastazione e disperazione. Questo, in sintesi, quanto successo nella parte del mondo asiatico che, guarda caso, è una delle più povere del globo. Perché tutto questo? Non è semplice la risposta, forse non c’è risposta! L’uomo è impotente di fronte alla Natura; mi sovviene, di leopardiana memoria: Natura matrigna. E’ proprio matrigna la Natura, sì, perché essa pare non considerare l’uomo quale suo ospite, bensì un intruso al quale ribellarsi quando e come vuole. La deformità di Riccardo III, attribuita alla Natura, “deforma l’animo” del personaggio… e Shakespeare la sapeva lunga sulla natura umana. Le spiegazioni degli scienziati in merito al maremoto, la tecnologia che poteva e non poteva, le avvisaglie del fenomeno condivise e non, gli allarmismi, il prevenire, i super occhi che dal cielo osservano la Terra nei minimi particolari, i geologi, i vulcanologi, le menti insomma… tutto quel che si vuole, sì, ma… dopo, sempre, o quasi, dopo. E, dopo, tutti sapevano cosa bisognava fare ?! Rimane la realtà che è così, cruda. Una realtà terrificante che, probabilmente, gli antichi dèi non avrebbero accettato o, quantomeno, gli uomini ne avrebbero attribuito la causa a chi sa quali colpe da loro commesse…e quindi alla furia di un dio vendicatore.  E’ in queste occasioni che l’uomo si riscopre

 

 

 

 

 

 

 

 

impotente e pauroso al cospetto della Natura, e per un attimo, solo un attimo, purtroppo, riflette sul significato della vita riprendendo, appena possibile, la quotidianità. Certo è che l’espressione di solidarietà è dovuta; gli aiuti a queste popolazioni vanno dati, poiché, penso, che il futuro dell’umanità sarà possibile attraverso mani tese, ad aiuti reciproci, affinché il genere umano possa dichiararsi tale.  Questa mia opinione non vuole assolutamente offendere nessuno né dare soluzioni o suggerimenti, ma è solamente un’opinione opinabile per ricordare il Natale nefasto del 2004.

 

 

 

 

 

Gianpiero Dèlmati

 

Gianpiero Dèlmati