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RAGIONE E FEDE, RELATIVISMO E ASSOLUTEZZA
di Bruno Gallo

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È bene chiarire alle lettrici e ai lettori, prima dell'analisi che mi trova impegnato nella stesura delle riflessioni relative alla traccia del presente articolo, il significato dei quattro termini: ragione, fede, relativismo, assolutezza.
La ragione è l'attività della mente che consente di entrare nel mondo della logica e di poter fare o non fare ragionamenti corretti; la fede coincide, in definitiva, con il credere in Dio. Se non la si possiede, non è facile acquisirla con un puro atto di volontà; il relativismo logico e/o psicologico consiste nelle libere assunzioni, da parte di ciascuno, al di là dell'esistenza di eventuali imperativi categorici esterni che ne limitano le personali scelte; l'assolutezza è una enunciazione che assume carattere incontrovertibile, che non lascia margine di scostarsi da essa.
A questo punto, è necessario collocare ciascun termine della quaterna di nomi all’interno del proprio ambito di appartenenza. E’ giusto quindi sapere che noi mortali possediamo due logiche, non affini, (come sostiene la Logofenica di Gil e Bruno Gallo con presentazione di Franco Spisani – Corso Editore – Ferrara ), e non una soltanto (monopensiero), che coincide con la logica razionale in massima parte da sempre prevalentemente operante, soggetta ai nessi di causa-effetto.
La ragione e l'assolutezza, comprendiamo benissimo, sono appannaggio della logica razionale, mentre la fede e la parte che concerne il relativismo psicologico, considerata la natura emotiva dei due, rientrano nell’alveo dell’altra logica di tipo istintivo-sentimentale non soggetta al nesso di causa effetto perché antinomica e com-prensiva ( vedi Logofenica).
Individuata la rispettiva logica di appartenenza dei singoli elementi, risulta chiara la impossibilità di “incollare” ragione e fede da una parte, e se vogliamo, relativismo psicologico e assolutezza dall'altra.Fermo restando che le due logiche umane, sia pure diverse, istante per istante dialettizzano, secondo regole enunciate dalla Bi-logica presente nel trattato sulla Logofenica.

Da quanto sopra detto, si evince come non si possa parlare in maniera diretta alla fede utilizzando la ragione e allo stesso modo parlare alla ragione utilizzando la fede. Ciò accade inesorabilmente perché una proposizione di tenore razional-cognitivo non si sintonizza con le frequenze del reticolo istintivo-sentimentale e viceversa.

Quali allora le conseguenze che derivano dalle problematiche esistenziali individuali, sociali e umane allorchè si evidenziano gravi deficit, starature inerenti al reticolo istintivo-sentimentale e/o razional-cognitivo,sempre in fase evolutiva sin dalla nostra nascita, che si correlano alle rispettive logiche invocate?
Una risposta eclatante ci viene fornita dallo scontro inesorabile di civiltà e di religioni, proprio sul nascere di questo terzo millennio e che chiamano in causa concetti basilari come: Ragione, Fede, Relativismo, Assolutezza, pilastri inequivocabili su cui si snoda la presenza dignitosa, sulla Terra, del genere Umano.
Non a caso la lezione tenuta in questi giorni da Papa Ratzinger a Ratisbona ha prodotto effetti dirompenti! La logopedagogia sapientemente usata dal Sommo Pontefice nella sua lezione, facendo capo implicitamente alle due logiche che ci appartengono, tende ad instaurare l’equilibrata, necessaria dialettica tra Ragione e Fede, mette a fuoco, in senso prospettico e non oracolare, le rovine che stanno per incombere sul genere umano che vacilla nella dissennata corsa per l’eliminazione del dovuto rapporto armonico misto che sappia contemperare i valori umani dello spirito e della razionalità, pena la distruzione del più alto presidio culturale, sociale, umano deputato a sorreggere il valore dell’esistenza di ciascuno e di tutti.

Bruno Gallo

Settembre 2006


Ragione Fede, Relativismo e Assolutezza

Cultura e Formazione